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Operai e ambientalisti |
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Brevi considerazioni ambientaliste scaturite dalla 1° Conferenza Programmatica della Federazione Napoletana di Rifondazione e dal Congresso dei Verdi di Chianciano . |
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Articolo di Titti Tidone su verdi, rifondazione e lo sviluppo
industriale pubblicato sul Corriere del Mezzogiorno 22 febbraio 2000 |
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Alla luce di quanto è emerso dal Convegno dei Verdi a Chianciano e dalla 1° Conferenza Programmatica di Rifondazione a Napoli, è sempre più chiara una convergenza tra questi due schieramenti in merito alla volontà di portare con sempre più forza sul tavolo delle trattative economico- sociali il problema dell'ambiente, della salute, del lavoro e della legalità. Problemi molto sentiti dalla comunità che fanno tutti parte di una più articolata istanza sociale che risponde complessivamente al bisogno per tutti di una migliore qualità della vita. In questo clima in cui un certo disagio politico serpeggia anche tra i più distratti, dove la mancanza di stima nelle istituzioni fa venir meno quel senso di fiducia che lubrifica e accresce l'efficienza di ogni gruppo e organizzazione, potrebbe essere feconda e ricca di prospettive la coalizione tra il fronte degli ambientalisti e i movimenti di lotta degli operai e dei lavoratori che, pur avendo delle profonde differenze ideologiche, si trovano entrambi in rotta di collisione con il sistema di potere . La presentazione congiunta delle rappresentanze politiche di questi schieramenti per la prossima campagna elettorale, potrebbe finalmente sottolineare come gli interessi dei lavoratori e il rispetto dell'ambiente possano insieme confrontarsi su un terreno comune: la sicurezza del lavoro e sul lavoro, il controllo sulle fasi produttive, lo sviluppo di nuove figure professionali, la tutela della salute dei lavoratori e della comunità, la legalità, il rispetto dell'ambiente, prevedono tutte lo scardinamento di un establishment che fa del mero profitto e del potere le sole parole d'ordine e che ha imposto subdolamente la strategia del divide et impera mettendo operai e ambientalisti sempre gli uni contro gli altri per il proprio bieco tornaconto. La vicenda di Seattle ha invece evidenziato come le battaglie ambientaliste si trovino sempre di fronte l'industria e i grandi gruppi di potere e ha infatti espresso un bisogno molto sentito a livello mondiale di reagire all'ordine economico imposto dai grandi poteri finanziari specialmente nei paesi debitori, dove si va imponendo l'affermazione di nuove politiche e istituzioni economiche che promuovano l'affermazione dei meccanismi di mercato. Ma provenendo anche dai ricchi paesi occidentali, i protagonisti di questa grande manifestazione, hanno sottolineato come grossi gruppi industriali o le grosse multinazionali, spesso più ricche e potenti degli stessi paesi all'interno dei quali hanno la loro sede sociale, ridisegnino i rapporti economici e sociali tra la gente e la gente, tra i lavoratori e i datori di lavoro, tra le persone e le istituzioni, tra la base e i partiti, tra la base e i sindacati in favore di uno sviluppo selvaggio, all'insegna del mero profitto condiviso da pochi, ma subito da molti. E' un sistema economico che predilige le holding e i gruppi di impresa accomunati da una linea che evidenzia la totale mancanza di senso etico pensando solo al proprio fatturato e al controllo del potere politico. La gestione disinvolta di queste imprese e lo sviluppo delle stesse non tiene conto certo dei bisogni dei lavoratori, men che meno della salute della comunità , mentre l'attenzione della classe politica, e quindi dei mass media, si concentra in maniera demagogica su quanto sia morale o immorale la famiglia di fatto o la coppia gay, che non hanno mai ucciso nessuno . Così ci ritroviamo in città attanagliate dalla morsa del traffico, dove sembra che le domeniche a piedi siano l'unica soluzione possibile, e comunque la meno politicamente impegnativa, asfissiate dallo smog che ormai, è certo, aumenta l'incidenza di morti giornaliere; in città avvelenate dall'amianto col quale hanno ben bene costruito ospedali e scuole per venire incontro a chissà quali interessi industriali; in città dove, oltre agli elettrodotti, la cui pericolosità per la salute umana è già ampiamente acclarata, come se non bastasse, adesso fioriscono anche le antenne della telefonia mobile (cellulari). Infatti, con molta determinazione, i gestori offrono fior di quattrini ai condomini e amministratori a volte poco informati, a volte in mala fede, che in cambio di soldi acconsentono all'installazione di antenne sulle terrazze dei propri palazzi, ignari dei danni che i campi elettromagnetici indotti dalle antenne provocano a se stessi e agli altri. E come i capponi di Renzo incuranti della propria sorte, ci becchiamo tra noi, vicini di casa, gente dello stesso quartiere, amici fino ad ieri, aizzati da interessi politici ed economici molto, ma molto più grandi di noi, che troppo spesso alimentiamo con il nostro voto, ma ancor di più con la nostra indifferenza e ignavia. Si auspica, quindi, un'attenta valutazione di ciò che ci sta accadendo intorno, cogliendo dalla realtà locale l'occasione per sanare quello scollamento che c'è tuttora tra i bisogni della comunità e coloro che la rappresentano. Grazie per l'attenzione buon lavoro TITTI TIDONE |
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Per informazioni e adesioni scrivi a: titti.tidone@mammeantismog.org
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